Quando … ero
Quand’ero bambino.
Rimembro la felicità che vivevo,
ricordo …
la città d'una volta,
coi suoi vicoli, il suo odore, la sua storia.
Ricordi ... ricordi ... ricordi.
Quand'ero bambino,
pensavo …
a quanti anni avrei avuto da vivere;
pensavo che potessero essere tanti …
così, l’armonia mi entrava nelle membra.
Pensavo ... pensavo ... pensavo.
Quand'ero bambino,
per le vie del quartiere giocavamo a nascondino.
e , se c'era una festività vicina,
allora … tutto era letizia ...
tutti alzavano la cresta …
tutti sognavamo la fidanzata.
Quand'ero bambino?
Ossì ... ch’eravamo felici e spensierati;
stavamo seduti sulla scala al primo gradino …
e, con sguardi maliosi
e col capo chino,
guardavamo ... guardavamo ... guardavamo;
il passo felino delle fanciulle
in fiore,
il cinguettio delle rondini in volo,
le campane che suonavano a festa
e le comari del quartiere
che non sapean tenere
i propri panni nella cesta ...
Oggi ... che sono divenuto
adulto,
non penso, non guardo, non sento.
Fiuto solamente il fumo dilagante
della gente che, non lavora,
ma si asciuga la fronte …
si sente avvilita, si affanna per niente.
Mi manca …
il vocio … dei bambini per la via
Oggi … chiusi … in casa ...
presi tutti …
a fare da naviganti …
a giocarsi la fanciullezza.
Mi manca …
la Patria mia ... oggi corrotta e stanca,
invasa dall'orda e non più sovrana ...
che, statica e indifferente, perde la libertà …
mentre io silente … … …
serbo solo l’illusione della speranza …
Salvatore Casales.